E poi ancora …
Il nove dicembre era una data importante...tu
festeggiavi il tuo sacerdozio e mia madre il suo
compleanno....capitavi sempre, i tuoi auguri non si facevano mai
attendere... anche quest'anno abbiamo festeggiato... solito
ristorante... assurda coincidenza.. l'ultima volta, lì, abbiamo
incontrato te e con la tua presenza hai fatto a Mauro il regalo più
bello, la sorpresa più gradita... era Maggio....e mi chiedo.. perché
è passato tanto tempo?.. perché ti ho rivisto solo in ospedale, quando
l'unico modo per parlarti era fatto di silenzi interminabili?!?...non
ho una risposta... ma tu eri solito salutarci a Celentino con una
frase...:"Ricordare Celentino, dimenticare Celentino"...era il tuo
modo per dire che la vita va avanti.. e io ti saluto così... ti
ricordo e ti dimentico... o almeno ci provo.... abbraccia Patrizio da
parte mia... è rassicurante sapere che è con te... vi voglio bene..
Barbara Del Quondam
Ti scrivo
adesso perché avevo un nodo dentro che piano piano si sta sciogliendo e
mi permette di guardare le cose con un po' di chiarezza in più. Ce
l'avevo con te anche, perché lo so bene che non esistono mezze misure,
non esistono chiacchiere o visite di convenienza con te, o si sta
assieme e si condivide tutto o niente. E allora ci siamo divisi. Tutto
quello che è importante per me me l'hai dato tu, e quando ci siamo
allontanati se ne è andato anche tutto il resto. Ma ogni volta che
dovevo affrontare qualcosa pensavo a cosa mi avresti detto tu, perché ne
abbiamo passate tante di ore a parlare parlare, dentro la tua stanzetta
in sala, di tutto, dei miei casini di adolescente, di cosa vuol dire
davvero DARE qualcosa agli altri, e di cosa fosse possibile fare
concretamente. E allora ti ho seguito in montagna, mi hai fatto dormire
su una cengia con un sacco a pelo e solo il cielo sopra, mi hai fatto
salire su cime che da sotto sembravano impossibili da raggiungere e mi
hai detto che la cosa più bella della scalata era stata il mio sorriso
lassù. Mi hai insegnato che la condivisione è la cosa più importante,
che camminare insieme e guardare le stesse cose vale più di mille
parole. Ti ho seguito a Foligno e mi hai insegnato che sentirmi una
briciola in confronto a ciò che di grande c'è da fare non è una colpa ma
un privilegio. Mi hai fatto amare Dio come non sono più riuscita a fare,
nella tua fede vera che non aveva paura di far trasparire dubbi e che a
volte non capivo, che andava al di là delle apparenze, tu eri l'unico
che avresti potuto celebrare il mio matrimonio non ricordi? E adesso
cerco di essere forte ma continuo a rimanere la bambina che ti tirava la
barba appena arrivato qui a Bravetta, e che è piena di dubbi e non sa
bene con chi parlare ora, e che cerca di dare una svolta a questa
lettera che non so bene cosa voglia dire, né a chi sia indirizzata.
Proverò a fare come mi hai insegnato a pregare tu: tieni stretti i
pensieri e tutto l'amore che hai e poi lasciali andare... spero che
arrivi.
ge
Ciao Giorgio,
non sapevo che te ne saresti andato cosí presto. Ci siamo visti a
luglio, in quel caldissimo giorno di Luglio nella sagrestia di San
Giulio. Mi hai detto che stavi bene... come sempre non facevi percepire
niente agli altri, eppure non stavi bene oppure ti sei aggravato senza
dirmelo. Anzi, non mi hai piú visto perché sono partita anch'io per il
Messico, la missione nella Tarahumara che mi aspettava ormai.
E cosí te ne sei andato, per me proprio in punta di piedi, mentre sento
e vedo che non te ne sei andato in punta di piedi per i nostri ragazzi e
bambini di San Giulio. Quanto bene volevi loro e quanto te ne volevano
loro.
Ho scritto ad Elisabetta e a Lorenza, chiedendo che mi parlassero un po'
di te e degli ultimi giorni, ma ancora non mi hanno risposto e cosí io
ancora non ho vissuto il lutto della tua perdita. Ho bisogno che altri
mi parlino di te.
Mi ha scritto invece Nunzia, un'altra missionaria dell'ALM di Roma e mi
ha mandato anche il foglietto della tua messa. Mi ha strappato alcune
lacrime, ma penso che ne uscirebbero ancora altre...
Ti ho visto appena adesso in montagna su sito web, su quella cima nevata
e ti ho visto con le braccia alzate. Ti ricordi anche la nostra uscita a
Roma e tu che hai voluto che i bambini provassero il brivido della
salita sulla roccia? Eravamo appena fuori Roma, ma l'attrezzatura era
perfetta come se fossimo stati in alta montagna.
Vederti adesso cosí con le braccia aperte e sopra quella vetta, mi
sembra di risentire la tua presenza, e di vederti vivo, vicino a me,
anche senza dirmi tante parole, peró vicino.
E' per questo che ti voglio ricordare da queste cime della sierra
Tarahumara. Qui siamo a 2300 mt. e ti sarebbero piaciute molto..
Alla prossima volta! e sono sicura che ci rivedremo. ciao da chi ti
ricorda, Ester Mantovan, ALM.
Ciao Giò
Sorpreso? Ebbene si, solo tu potevi fare quest’altro
“miracolo” in famiglia!
Io, persona avversa da sempre a questi “strumenti” mi
trovo davanti ad un video e scrivendo al tuo sito provo a sopperire un
po’ il vuoto che hai lasciato, perché vedi i tanti scambi di opinioni,
di lunghe chiaccherate, di consigli, di sorrisi sornioni ed ironici che
cercavano di smussare l’irruenza e l’istintività del mio carattere sono
vivi e presenti in ogni momento, ma ora? Ora c’è l’angoscia! L’angoscia
che prende la gola, consapevole che le cose da dirti si accumuleranno
ogni giorno di più e dovrò abituarmi a raccontartele in silenzio, con
la certezza della Fede, arrivino Lassù dove sei ora e da Lassù mi
aiuterai a capire come comportarmi (lo hai già fatto vero?).
Benedici la mia famiglia e prega per me affinchè riesca
a mitigare lo smarrimento per la tua prematura scomparsa
Ciao Giò
Ciao Giò, ci ho messo un pò prima
di scrivere queste poche frasi, eppure era da tanto che volevo
farlo, ma tu mi conosci e sai che non è facile per me tirare fuori
le cose.
Vorrei dirti tante cose, ma
sopratutto grazie, grazie perchè in quei pochi momenti che abbiamo
condiviso hai saputo darmi il massimo, anche se magari non ci
vedevamo poi così spesso, visto che ci separavano un bel po' di
chilometri; eppure quando ti ho cercato tu eri sempre pronto anche
semplicemente ad ascoltarmi; non mi hai mai giudicato per gli sbagli
che ho fatto, ma ti sei sempre sforzato di capirmi, anche quando era
davvero difficile!
E' difficile dirti quello provo,
spero che tu riesca ad intuirlo, come hai fatto tante volte; volevo
dirti grazie per essere stato mio amico, mio confessore, mio
consigliere.
Grazie perchè se ora sono
diventata più forte è anche grazie a te, che mi hai insegnato ad
apprezzare anche i momenti più duri e difficili della vita.
Grazie Giò non ti dimenticherò
mai
francesca
Ciao Giò
Sorpreso? Ebbene si, solo tu potevi
fare quest’altro “miracolo” in famiglia!
Io, persona avversa da sempre a
questi “strumenti” mi trovo davanti ad un video e scrivendo
al tuo sito provo a sopperire un po’
il vuoto che hai lasciato, perché vedi i tanti scambi di
opinioni, di lunghe chiaccherate, di
consigli, di sorrisi sornioni ed ironici che cercavano
di smussare l’irruenza e
l’istintività del mio carattere sono vivi e presenti in ogni momento,
ma ora? Ora c’è l’angoscia!
L’angoscia che prende la gola, consapevole che le cose da
dirti si accumuleranno ogni giorno
di più e dovrò abituarmi a raccontartele in silenzio,
con la certezza della Fede, arrivino
Lassù dove sei ora e da Lassù mi aiuterai a capire
come comportarmi (lo hai già fatto
vero?).
Benedici la mia famiglia e prega per
me affinchè riesca a mitigare lo smarrimento per
la tua prematura scomparsa
Ciao Giò
Il nove dicembre era una data
importante...tu festeggiavi il tuo
sacerdozio e mia madre il suo compleanno....capitavi sempre, i tuoi
auguri non si facevano mai attendere...anche quest'anno abbiamo
festeggiato...solito ristorante...assurda coincidenza..l'ultima volta,
lì,
abbiamo incontrato te e con la tua presenza hai fatto a Mauro il regalo
più bello, la sopresa più gradita...era Maggio....e mi chiedo..perché è
passato tanto tempo?..perché ti ho rivisto solo in ospedale, quando
l'unico modo per parlarti era fatto di silenzi interminabili?!?...non ho
una risposta...ma tu eri solito salutarci a Celentino con una
frase...:"Ricordare Celentino, dimenticare Celentino"...era il tuo modo
per dire che la vita va avanti..e io ti saluto così...ti ricordo e ti
dimentico...o almeno ci provo....
abbraccia Patrizio da parte mia...è rassicurante sapere che è con te...vi
voglio bene..
Barbara Del Quondam
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