Quando ci accingiamo a scrivere questo sito,
Giorgio ci ha già lasciati. L’idea era nata molto prima, poi vista la
situazione degli ultimi giorni l’avevamo abbandonata; ora, invece, forti
del suo ricordo, vogliamo festeggiarlo lo stesso. Abbiamo stilato
un elenco dei perché e ne abbiamo contati 3164, ma ne basta uno: se
lo merita.
Sì, perché lui, zitto zitto, ha fatto molto; ce lo
avete raccontato voi, parrocchiani, amici, confratelli, parenti o anche
semplici conoscenti, nei 15 giorni che hanno preceduto la partenza di
Giorgio. Siete stati meravigliosi, vi siete stretti intorno a noi,
facendoci sentire la vostra preziosa presenza.
Nel rileggere i suoi
appunti, i suoi messaggi scritti qua e là, abbiamo trovato tante frasi
adatte a questo libro, le troverete scritte in Grassetto/corsivo.
Abbiamo voluto raccontare
Giorgio, la nascita, la giovinezza, il sacerdozio; questo fascicolo non
vuole essere un inno a Giorgio, non gli sarebbe piaciuto, ma vogliamo
semplicemente raccontarlo, per poterne conoscere aspetti noti e meno
noti.
“Odio profondamente essere elogiato per aver fatto solo il mio
dovere.”
Giorgio ha vissuto la
maggior parte della sua vita a Roma, quindi i parenti e gli amici
castiglionesi sanno poco di cosa facesse a Roma; i parrocchiani non
conoscono la vita prima dell’esperienza romana, ecco allora l’idea del
libro.
“Lo stile, a volte
scanzonato, non pregiudica la serietà delle idee.”
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